Stanze
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- Scritto da Francesco Trulli
- Categoria: Raccolte
2006 -2008
L'ARCHITETTURA DEL SENTIMENTO
"Stanze" è una raccolta che definisco teatrale. Teatrale perchè ogni poesia è dipinta nel bianco palcoscenico di un ascolto profondo e secco. Poesie romanticamente distaccate, fredde e osservatrici. "Stanze" è l'umido di uno spazio vuoto, quattro pareti di crepe dalle quali filtrano riflessioni e pensieri sulle distanze tra uomo e quella piccolissima intercapedine che si crea tra due realtà apparentemente lontane. "Stanze" è il passo deciso che ho intrapreso e da questa scelta in poi ,la presa di coscienza sarà la musa ispiratrice di tutta la futura produzione. Quelle stanze sono state placenta per i miei nuovi ed intoccabili sospiri, li dove il sentimento è diviso in ascolti, le poesie colano dai muri di muffa ,il mio osservare è schietto, certo , saturo ... misantropo.
La raccolta è leggibile seguendo due "percorsi" : si può scegliere se leggerla pagina per pagina osservando i vari ambienti (Le mie Stanze, Le Stanze si Lei, Le Stanze in Comune, Le Stanze Vuote) o secondo il numero di stanza (in questo caso la lettura è cronologica).
STANZE è la raccolta che ha ispirato la mostra "BIANCO INDIGESTO" con la collaborazione della pittrice Laura Rambelli . Lo trovate nelle sezione EVENTI
STANZE
09 settembre 2007
i corpi son decisirestano ad applaudire
e nelle stanze
in quelle stanze
si resta a guardare
sono stanchi
distratti
e vestono l'ordine a cui tanto aspirano
e applaudono
applaudono
per non lasciarsi sfuggire l'ultima rima
da ripetere insieme
e farsi applaudire...
i corpi non hanno mente
non hanno carne
si lasciano baldire
carichi di obblighi da ignorare
e nelle stanze
in quelle stanze
non si respira
non c'è aria
si è inermi
e si resta a guardare
...
2007
io non parloio coltivo le piante sul davanzale di casa
e vedo le foglie chiamare la brina
DICEMBRE RESPIRA
31 Dicembre 2007
bologna si gela in un'alba d'archi e finestre serrate
le strade si mischiano vuote tra vapori e condense
l'aria taglia le mie dita
strette da uno strato impalpabile di presenze
sento i passi fermarsi
i tombini fischiare
nella foschia di questa piazza
chiusa in un preambolo di cose già viste
indosso l'eco del giorno in malo modo
e fisso un portone lasciato socchiuso
aspetto qualcosa si muova
ma mormoro parole per scaldarmi la bocca
tace questo panorama che un tempo bramavo
per volerlo consumare d'ogni suo aspetto
per aver desiderato di esserci ancora
di potermi nascondere nelle sue stanze
senza bruciare i miei corpi su carta
e c'è foschia tra le case
nelle vie raccolte e rese invisibile dai momenti di ansia
che non ho saputo fermare per non essermi mai preso sul serio
nei giorni di lei
ascoltata a tratti
convinto che le mie rose sbiadite
potessero ancora ascoltare
si gela
in quest'alba gelata
le strade si mischiano
i gomiti si tendono
e bologna
bologna respira
MIMESI
2007
avrai un nuovo dio sul tuo corpopiegherai quel corpo
pagherai quel corpo
cadrai in quel corpo
avrai un'altro dio
per lo stesso corpo
FIRMAMENTO
17 Marzo 2008
i sospiri non si toccanoacre la sete dei nostri corpi
dio
non è presente
GEOMETRIE E (DI)STANZE
Nato come "Epilogo" di "STANZE" , "Geometrie e (Di)Stanze" è uno spaccato di vita vissuta tra due anime consce dell'impotenza disarmante che ci percuote quando un amore svanisce dopo il quale ogni passo trema d'incantevole umanità.
Il testo racchiude un confronto descrittivo che avviene in una stanza spoglia e bianca dove la distanza delle parole viene colmata dai mormorii della mente.
La scrittura segue una metrica sia teatrale che narrativa , con forme d'espressione poetica difficili da rappresentare in scena, ma comprensibilmente dettate da una forte emozione.